Il santo Concilio di Trento molto loda la Comunione spirituale ed anima i fedeli a praticarla.
In una visione riferita da sant'Alfonso Gesù gli fece vedere, come si narra nella sua vita, due vasi preziosi, uno d'oro e l'altro d'argento; e gli disse che in quello d'oro Egli conservava le sue Comunioni sacramentali, e in quello d'argento le sue Comunioni spirituali.
E’ evidente che la Comunione sacramentale produce l'effetto del Sacramento più perfettamente del solo desiderio (la Comunione spirituale).
È pratica buona e consigliata anche pregare per la Comunione spirituale mentre ci si prepara a ricevere con il dovuto fervore e la giusta disposizione la Comunione sacramentale.

 

Per comunione spirituale si intende una preghiera mediante la quale il fedele può esprimere il desiderio di unirsi e di ricevere Gesù-Eucaristia senza effettuare materialmente la Comunione sacramentale (cioè senza ricevere l’Ostia consacrata). Gli effetti della comunione spirituale sono simili ma, evidentemente, non del tutto sovrapponibili alla Comunione sacramentale e possono sostituirla quando il fedele è materialmente o moralmente impossibilitato a ricevere la Comunione sacramentale. Rispetto alla Comunione sacramentale ha il "vantaggio" di poter essere fatta ogni qualvolta il fedele lo voglia e in qualsiasi momento della giornata o luogo. Dal punto di vista ascetico e spirituale è una pratica consigliata in tutte le epoche e testimoniata da molti santi anche grazie a rivelazioni private o esperienze mistiche. Tra i più noti santi che hanno diffuso la pratica della comunione spirituale si annoverano Alfonso Maria de' Liguori, Caterina da Siena, Margherita Maria Alacoque, Francesco di Sales e Josemaria Escrivà. Esistono diverse formule verbali di Comunione spirituale, ma l'aspetto fondamentale è esprimere - anche solo con parole proprie o con elevazioni del cuore o della mente - il desiderio di unirsi a Cristo o di ricevere Gesù-Eucaristia. Gli effetti spirituali dipendono dalle disposizioni interiori e dalla rettitudine con cui si effettua. È considerata altresì una utile preghiera per prepararsi a ricevere con il dovuto fervore la Comunione sacramentale.

(Wikipedia)

 

Tante sono le preghiere che favoriscono l’elevazione spirituale, tra le quali:

Anima di Cristo santificami

Adoro Te devote (Italiano e Latino)

etc.

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Per approfondire:

Dio è con noi sempre, è sempre in comunione di spirito con la nostra anima, sta a noi a volerlo, Lui ci desidera sempre e non dorme mai, siamo noi che dormiamo oppure dopo aver assaporato qualche dolcezza del Suo amore ci accontentiamo e torniamo sazi e subito alle nostre faccende dimenticando che lontano da Lui tutto perde sapore; cosicché ci svuotiamo e presto sentiamo nuovamente il desiderio di ‘rifare il pieno’ e finiamo di cercarLo ‘a onde’, non riflettendo che possiamo godere della Sua presenza nella nostra 'camera' la nostra anima, sempre: di notte, di giorno, a pranzo, al lavoro, nei nostri affetti, mentre facciamo i capricci, anche quando perdiamo la pazienza e la pace o siamo assaliti da affanni e preoccupazioni. Lui è sempre con noi, pronto a farsi vedere e sentire, in ogni istante della nostra vita: è innamorato di noi. Siamo noi che dobbiamo chiedere allo Spirito Santo, a Gesù, al Padre, alla Santissima Trinità di insegnarci a 'fare gli innamorati', perché siamo incostanti e spesso 'mordi e fuggi' o distratti e superficiali. La pratica della Comunione spirituale è un esercizio che può portare allo stato perpetuo di comunione con Dio, perpetuo se la nostra preghiera è perpetua, continua, senza sosta, non solo orazionale ma allo stesso tempo attiva e contemplativa, con l'Amore sempre fisso nel cuore e in testa, una vera e propria 'cotta' simile a quella degli adolescenti, con la differenza che quest'ultima è fugace è passeggera, mentre la 'cotta' per Gesù non finisce più, anzi cresce sempre: è eterna. Eppoi non bisogna pregare badando eccessivamente al nostro stato d'animo. Gesù ha due modi per visitare le anime e a tal proposito si legge nelle ‘Imitazione di Cristo’ al cap. III del primo libro: “Due sono i modi con i quali io visito i miei eletti; la tentazione e la consolazione”. Se quando preghiamo siamo angosciati, tristi, svogliati, nervosi, non significa che la nostra preghiera valga poco o niente o che Gesù è andato via da noi; così come anche se durante la preghiera siamo presi da euforia spirituale, non vuol dire che 'oggi la mia preghiera ha reso tanto', anzi, al contrario, Gesù ci ama e apprezza maggiormente se stiamo con Lui nei momenti in cui meno abbiamo voglia di  pregare; è così che gli dimostriamo il nostro vero amore, proprio come quando Lui sulla croce c'è andato anche senza averne voglia. Quando invece ci colma di deliziose consolazioni è il momento del premio, della ricarica per affrontare con fiducia e coraggio tutte le tentazioni. Partendo da questi presupposti, siamo ora maggiormente in grado di distinguere, nella sostanza, la differenza tra la Comunione Sacramentale e la Comunione Spirituale. È evidente che in entrambe i casi se la nostra anima è distratta e superficiale o soffocata eccessivamente da affanni e preoccupazioni mondani, la Comunione con Gesù non si realizza né sacramentalmente né spiritualmente.