Come molte sono le persecuzioni, così molti sono i generi di martirio. Ogni giorno tu sei testimone di Cristo. Sei stato tentato dallo spirito di fornicazione, ma, per timore del futuro giudizio di Cristo, hai conservato la castità dell’anima e del corpo: sei martire di Cristo. Sei stato tentato dallo spirito di avarizia a invadere la proprietà del povero, a violare i diritti della vedova, ma, ricordando i comandamenti di Dio, hai compreso che bisogna aiutare piuttosto che recar danno: sei testimone di Cristo. Tali li vuole Cristo i suoi testimoni secondo quanto sta scritto: «Rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova. Su, venite e discutiamo, dice il Signore» (Is 1, 17-18).
Sei stato tentato dallo spirito di superbia, ma, vedendo il misero e il povero, ne hai sentito profonda pietà e hai amato l’umiltà più che l’arroganza: sei testimone di Cristo. E, quel che è più, hai reso testimonianza non soltanto a parole, ma anche con le opere. Quale uomo, infatti, è testimone più autorevole e credibile di chi «riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne» (1 Gv 4, 2) proprio osservando le norme del Vangelo? Invece chi ascolta e non fa, nega Cristo. Anche se lo confessa a parole, lo nega con i fatti. A quanti diranno: «Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome»? Risponderà in quel giorno: «Allontanatevi da me, tutti voi operatori di iniquità» (Mt 7, 22-23). Testimone è dunque colui che attesta i precetti del Signore Gesù, soprattutto con la prova dei fatti.
Dio solo sa quanti soffrono quotidianamente il martirio in segreto e confessano nel loro cuore il Signore nostro Gesù Cristo!
L’Apostolo conobbe questo martirio e questa fedele testimonianza a Cristo, egli che disse: «Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della nostra coscienza» (2 Cor 1, 12).
Si verifica anche il contrario. Quanti hanno confessato esternamente e negato internamente! Eccoperché ci si dà questa raccomandazione: «Non prestate fede a ogni ispirazione» (1 Gv 4, 1), e si dice anche: Dai loro frutti conoscerete a chi dovete crede- re (cfr. Mt 7, 16).
Perciò sii fedele e forte nelle persecuzioni interne, per essere approvato anche in quelle che sono pubbliche. Anche nelle persecuzioni interne ci sono re e prèsidi e giudici terribili per il loro potere. Hai un esempio nella tentazione che ha subìto il Signore.
Si legge: «Non regni più il peccato nel vostro corpo mortale» (Rm 6, 12). Vedi davanti a quali re sei posto, o uomo? Se fai regnare in te la colpa, sottostarai al re-peccato. Quanti sono i peccati, quanti sono i vizi, altrettanti sono i re. Davanti a questi noi siamo trascinati e davanti a questi siamo posti. Anche questi re hanno un loro tribunale nello spirito di moltissimi. Ma se uno confessa Cristo, fa subito prigioniero quel re, lo atterra dal trono della propria anima. Infatti, come potrebbe restare il tribunale del diavolo in colui nel quale è eretto il tribunale di Cristo?
Dal «Commento sul salmo 118» di Sant’Ambrogio, vescovo
Sei stato tentato dallo spirito di superbia, ma, vedendo il misero e il povero, ne hai sentito profonda pietà e hai amato l’umiltà più che l’arroganza: sei testimone di Cristo. E, quel che è più, hai reso testimonianza non soltanto a parole, ma anche con le opere. Quale uomo, infatti, è testimone più autorevole e credibile di chi «riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne» (1 Gv 4, 2) proprio osservando le norme del Vangelo? Invece chi ascolta e non fa, nega Cristo. Anche se lo confessa a parole, lo nega con i fatti. A quanti diranno: «Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome»? Risponderà in quel giorno: «Allontanatevi da me, tutti voi operatori di iniquità» (Mt 7, 22-23). Testimone è dunque colui che attesta i precetti del Signore Gesù, soprattutto con la prova dei fatti.
Dio solo sa quanti soffrono quotidianamente il martirio in segreto e confessano nel loro cuore il Signore nostro Gesù Cristo!
L’Apostolo conobbe questo martirio e questa fedele testimonianza a Cristo, egli che disse: «Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della nostra coscienza» (2 Cor 1, 12).
Si verifica anche il contrario. Quanti hanno confessato esternamente e negato internamente! Eccoperché ci si dà questa raccomandazione: «Non prestate fede a ogni ispirazione» (1 Gv 4, 1), e si dice anche: Dai loro frutti conoscerete a chi dovete crede- re (cfr. Mt 7, 16).
Perciò sii fedele e forte nelle persecuzioni interne, per essere approvato anche in quelle che sono pubbliche. Anche nelle persecuzioni interne ci sono re e prèsidi e giudici terribili per il loro potere. Hai un esempio nella tentazione che ha subìto il Signore.
Si legge: «Non regni più il peccato nel vostro corpo mortale» (Rm 6, 12). Vedi davanti a quali re sei posto, o uomo? Se fai regnare in te la colpa, sottostarai al re-peccato. Quanti sono i peccati, quanti sono i vizi, altrettanti sono i re. Davanti a questi noi siamo trascinati e davanti a questi siamo posti. Anche questi re hanno un loro tribunale nello spirito di moltissimi. Ma se uno confessa Cristo, fa subito prigioniero quel re, lo atterra dal trono della propria anima. Infatti, come potrebbe restare il tribunale del diavolo in colui nel quale è eretto il tribunale di Cristo?
Dal «Commento sul salmo 118» di Sant’Ambrogio, vescovo