Padre Leopoldo Mandić da Castelnuovo, semplicemente padre Leopoldo per i suoi figli spirituali, è stato un grande confessore paragonabile alla figura del Santo padre Pio da Pietrelcina, anche lui cappuccino dell’Ordine dei Frati Francescani e contemporaneo tra i secoli diciannovesimo e ventesimo. Originario della Dalmazia e Montenegro, penultimo di molti fratelli e dedito da giovanissimo alla preghiera assidua, a sedici anni entro nel convento francescano di Udine e due anni dopo nel convento di Bassano del Grappa. Ordinato sacerdote fu inviato a Zara e a Venezia, ma per la sua cittadinanza austro-ungarica durante il primo conflitto mondiale fu confinato al sud d’Italia, dove fu assegnato a vari conventi della Campania. A fine guerra tornò a Padova dove svolse il suo santo ministero sacerdotale fino alla morte nel 1942 per una grave malattia. Per la sua storia ricca di esperienze pastorali tra oriente e occidente, maturò un forte spirito ecumenico; Paolo VI scrisse di lui: “Padre Leopoldo fu ‘ecumenico’ ante litteram, cioè sognò, presagì, promosse, pur senza operare, la ricomposizione nella perfetta unità della Chiesa, anche se essa è gelosamente rispettosa delle particolarità molteplici della sua composizione etnica”. E lo stesso padre Leopoldo scrisse: “Mi obbligo con voto, momento per momento, con tutta la diligenza possibile, tenendo conto della mia debolezza, di dedicare tutte le energie della mia vita per il ritorno dei fratelli separati d'Oriente alla unità cattolica. Per il momento, ogni anima che avrà bisogno del mio ministero, sarà per me un Oriente”. Ma la sua prima vocazione fu il ministero della santa confessione, l’amore per le anime peccatrici e il ricorso costante come forte intercessore alla Divina Misericordia. Trascorse quasi tutti i suoi anni in Padova e in un confessionale di due metri per tre. Il dono dell’ introspezione gli permise di penetrare nel profondo dei cuori per aiutare i penitenti ad aprirsi a Dio e usufruire della sua infinita bontà e misericordia. Era un confessore ricercato e atteso sia dai poveri e dai semplici come dai ricchi e sapienti del mondo in cerca di purezza di spirito e leggerezza dell’anima. A lui si confidava chiunque avesse fardelli pesanti da portare nella vita ed a costoro diceva: “Stia tranquillo, metta tutto sulle mie spalle, ci penso io”, e nelle segrete conversazioni con il Signore Gesù Misericordioso durante le veglie notturne padre Leopoldo pregava e supplicava e digiunava per il gregge a lui affidato, Papa Paolo VI lo beatifica nel 1976 e Papa Giovanni Paolo II lo dichiara Santo nel 1883. La tomba di padre Leopoldo è situata in una chiesetta a lui dedicata nei pressi della Basilica di S. Antonio a Padova. Nella chiesetta è conservato il confessionale miracolosamente scampato intatto al bombardamento del 1944 che distrusse la chiesa. Padre Leopoldo, la cui ricorrenza è il 39 Luglio, è patrono dei malati di tumore e molti accorrono alle sue cure spirituali in cerca di pace. In Padova si trova anche il Santuario a lui dedicato.