Salmo 101

Amore e giustizia io voglio cantare,
voglio cantare inni a te, Signore.

Agirò con saggezza nella via dell’innocenza:
quando a me verrai?

Camminerò con cuore innocente
dentro la mia casa.

Non sopporterò davanti ai miei occhi azioni malvagie,
detesto chi compie delitti: non mi starà vicino.

Lontano da me il cuore perverso,
il malvagio non lo voglio conoscere.

Chi calunnia in segreto il suo prossimo
io lo ridurrò al silenzio;

chi ha occhio altero e cuore superbo
non lo potrò sopportare.

I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese
perché restino accanto a me:

chi cammina nella via dell’innocenza,
costui sarà al mio servizio.

Non abiterà dentro la mia casa
chi agisce con inganno,

chi dice menzogne
non starà alla mia presenza.

Ridurrò al silenzio ogni mattino
tutti i malvagi del paese,

per estirpare dalla città del Signore
quanti operano il male.

 

Salmo 102

Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido di aiuto.

Non nascondermi il tuo volto
nel giorno in cui sono nell’angoscia.

Tendi verso di me l’orecchio,
quando t’invoco, presto, rispondimi!

Svaniscono in fumo i miei giorni
e come brace ardono le mie ossa.

Falciato come erba, inaridisce il mio cuore;
dimentico di mangiare il mio pane.

A forza di gridare il mio lamento
mi si attacca la pelle alle ossa.

Sono come la civetta del deserto,
sono come il gufo delle rovine.

Resto a vegliare:
sono come un passero
solitario sopra il tetto.

Tutto il giorno mi insultano i miei nemici,
furenti imprecano contro di me.

Cenere mangio come fosse pane,
alla mia bevanda mescolo il pianto;

per il tuo sdegno e la tua collera
mi hai sollevato e scagliato lontano.

I miei giorni declinano come ombra
e io come erba inaridisco.

Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo di generazione in generazione.

Ti alzerai e avrai compassione di Sion:
è tempo di averne pietà, l’ora è venuta!

Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua polvere.

Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,

quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.

Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:

«Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,

per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte,

perché si proclami in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,

quando si raduneranno insieme i popoli
e i regni per servire il Signore».

Lungo il cammino mi ha tolto le forze,
ha abbreviato i miei giorni.

Io dico: mio Dio, non rapirmi a metà dei miei giorni;
i tuoi anni durano di generazione in generazione.

In principio tu hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.

Essi periranno, tu rimani;
si logorano tutti come un vestito,
come un abito tu li muterai ed essi svaniranno.

Ma tu sei sempre lo stesso
e i tuoi anni non hanno fine.

I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza.

 

Salmo 103

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,

salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia,

sazia di beni la tua vecchiaia,
si rinnova come aquila la tua giovinezza.

Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.

Ha fatto conoscere a Mosé le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.

Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.

Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;

quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.

Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,

perché egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.

L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni!
Come un fiore di campo, così egli fiorisce.

Se un vento lo investe, non è più,
né più lo riconosce la sua dimora.

Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,

e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza

e ricordano i suoi precetti per osservarli.
Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno domina l’universo.

Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi,
attenti alla voce della sua parola.

Benedite il Signore, voi tutte sue schiere,
suoi ministri, che eseguite la sua volontà.

Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in tutti i luoghi del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia.

 

Salmo 104

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!

Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,

tu che distendi i cieli come una tenda,
costruisci sulle acque le tue alte dimore,

fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,

fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri.

Egli fondò la terra sulle sue basi:
non potrà mai vacillare.

Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste;
al di sopra dei monti stavano le acque.

Al tuo rimprovero esse fuggirono,
al fragore del tuo tuono si ritrassero atterrite.

Salirono sui monti, discesero nelle valli,
verso il luogo che avevi loro assegnato;

hai fissato loro un confine da non oltrepassare,
perché non tornino a coprire la terra.

Tu mandi nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti,

dissetino tutte le bestie dei campi
e gli asini selvatici estinguano la loro sete.

In alto abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde.

Dalle tue dimore tu irrighi i monti,
e con il frutto delle tue opere si sazia la terra.

Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che l’uomo coltiva

per trarre cibo dalla terra,
vino che allieta il cuore dell’uomo,

olio che fa brillare il suo volto
e pane che sostiene il suo cuore.

Sono sazi gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.

Là gli uccelli fanno il loro nido
e sui cipressi la cicogna ha la sua casa;

le alte montagne per le capre selvatiche,
le rocce rifugio per gli iràci.

Hai fatto la luna per segnare i tempi
e il sole che sa l’ora del tramonto.

Stendi le tenebre e viene la notte:
in essa si aggirano tutte le bestie della foresta;

ruggiscono i giovani leoni in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.

Sorge il sole: si ritirano
e si accovacciano nelle loro tane.

Allora l’uomo esce per il suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero,

animali piccoli e grandi;
lo solcano le navi

e il Leviatàn che tu hai plasmato
per giocare con lui.

Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.

Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni.

Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.

Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.

Egli guarda la terra ed essa trema,
tocca i monti ed essi fumano.

Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare inni al mio Dio finché esisto.

A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

Scompaiano i peccatori dalla terra
e i malvagi non esistano più.

Benedici il Signore, anima mia.
Alleluia.



Salmo 105

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.

A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,

voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.

È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,

dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

L’ha stabilita per Giacobbe come decreto,
per Israele come alleanza eterna,

quando disse: «Ti darò il paese di Canaan
come parte della vostra eredità».

Quando erano in piccolo numero,
pochi e stranieri in quel luogo,

e se ne andavano di nazione in nazione,
da un regno a un altro popolo,

non permise che alcuno li opprimesse
e castigò i re per causa loro:

«Non toccate i miei consacrati,
non fate alcun male ai miei profeti».

Chiamò la carestia su quella terra,
togliendo il sostegno del pane.

Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe, venduto come schiavo.

Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,

finché non si avverò la sua parola
e l’oracolo del Signore ne provò l’innocenza.

Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;

lo costituì signore del suo palazzo,
capo di tutti i suoi averi,

per istruire i prìncipi secondo il suo giudizio
e insegnare la saggezza agli anziani.

E Israele venne in Egitto,
Giacobbe emigrò nel paese di Cam.

Ma Dio rese molto fecondo il suo popolo,
lo rese più forte dei suoi oppressori.

Cambiò il loro cuore perché odiassero il suo popolo
e agissero con inganno contro i suoi servi.

Mandò Mosé, suo servo,
e Aronne, che si era scelto:

misero in atto contro di loro i suoi segni
e i suoi prodigi nella terra di Cam.

Mandò le tenebre e si fece buio,
ma essi resistettero alle sue parole.

Cambiò le loro acque in sangue
e fece morire i pesci.

La loro terra brulicò di rane
fino alle stanze regali.

Parlò e vennero tafani,
zanzare in tutto il territorio.

Invece di piogge diede loro la grandine,
vampe di fuoco sulla loro terra.

Colpì le loro vigne e i loro fichi,
schiantò gli alberi del territorio.

Parlò e vennero le locuste
e bruchi senza numero:

divorarono tutta l’erba della loro terra,
divorarono il frutto del loro suolo.

Colpì ogni primogenito nella loro terra,
la primizia di ogni loro vigore.

Allora li fece uscire con argento e oro;
nelle tribù nessuno vacillava.

Quando uscirono, gioì l’Egitto,
che era stato colpito dal loro terrore.

Distese una nube per proteggerli
e un fuoco per illuminarli di notte.

Alla loro richiesta fece venire le quaglie
e li saziò con il pane del cielo.

Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque:
scorrevano come fiumi nel deserto.

Così si è ricordato della sua parola santa,
data ad Abramo suo servo.

Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.

Ha dato loro le terre delle nazioni
e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli,

perché osservassero i suoi decreti
e custodissero le sue leggi.
Alleluia.